OpenAI, l’azienda che ha creato ChatGPT, starebbe pensando di inserire la pubblicità nei suoi prodotti di intelligenza artificiale. A rivelarlo è stata Sarah Friar, il nuovo direttore finanziario, in un’intervista al Financial Times. L’idea è quella di trovare nuove fonti di guadagno per sostenere i costi elevati dello sviluppo di tecnologie così avanzate. Friar ha però precisato che l’azienda vuole essere prudente e valutare con attenzione il “quando e dove” introdurre la pubblicità, per non rischiare di rovinare l’esperienza degli utenti. In effetti, bombardare di pubblicità chi usa ChatGPT potrebbe essere controproducente, allontanando le persone e danneggiando l’immagine di OpenAI come azienda innovativa.
Non solo, raccogliere dati per profilare gli utenti e mostrare loro pubblicità mirate potrebbe anche creare problemi di privacy. Insomma, la questione è delicata e OpenAI si trova di fronte a un bivio: da una parte ha bisogno di soldi per continuare a sviluppare tecnologie sempre più sofisticate, dall’altra non vuole rischiare di perdere utenti e credibilità. Per ora, Friar ha chiarito che non ci sono piani immediati per inserire la pubblicità. Probabilmente OpenAI sta ancora studiando la situazione per trovare la soluzione migliore, che permetta di fare profitti senza compromettere la qualità dei suoi prodotti. Sarà interessante vedere come si evolverà questa vicenda, perché potrebbe influenzare il futuro dell’intelligenza artificiale e il suo impatto sulla società.