TORINO – Dopo la pessima prestazione di Roma è bene tornare alle parole rilasciate da Vanoli nella conferenza che ha preceduto la trasferta nella Capitale: «Dobbiamo procedere passo per passo, pensando alla prossima partita e poi ai punti che ci servono per la salvezza e poi all’Europa League». Ecco, per la salute del Toro è adesso opportuno tenere fuori il sogno e attenersi ai fatti: ai granata servono più o meno 26 punti per guadagnare la salvezza. Poi, in base a quando sarà messa in cascina la permanenza in A, si potrà tirare fuori il salame, evocando colui che in Europa è andato a un passo dall’alzare un trofeo: Emiliano Mondonico. Va trovata la chiave, per far rendere una squadra nella quale Coco non è Buongiorno e Sosa o tanto meno Pedersen non valgono Bellanova. E nella quale non riesce a rientrare Schuurs, da tre turni compagno di Zapata nell’infermeria del Torino. Ci sono da accendere in Ricci le capacità di giocare di prima e in verticale, tenendo sulla corda Ilic in modo da spremere il meglio dal serbo talvolta un po’ indolente. E Vlasic? Sta diventando faticoso aspettarlo, tocca a lui dare una pronta accelerata e aumentare i giri.
Le variabili Njie e Sanabria
Davanti c’è la variabile Njie, a consentire un minimo di variazione a Vanoli. Che dall’Olimpico dettava: «La difesa a quattro potrà diventare una soluzione per risolvere alcuni problemi». Una declinazione al futuro che difficilmente faceva riferimento già alla Fiorentina. Il tempo stringe: girando appena l’occhio c’è la peggior prestazione del campionato, domani i granata stringeranno le mani ai viola alle 15. Tutto d’un fiato come in una giostra adrenalinica prima del giro della morte che porterà al derby. Due prove alle quali il Toro si avvicina avendo eroso certezze: arrivavano gol in abbondanza e in conseguenza delle tante occasioni, nelle ultime due partite l’unica firma è stata di Njie. Il quale sta dando freschezza, buone idee e soprattutto pericolosità come ammirato nel gol contro il Como e sul tiro con cui ha impegnato Svilar a Roma: l’assalto più serio dei granata alla porta del serbo, nella serata più buia della stagione del Toro. Non basta però il giovane svedese – e qui lo sguardo volge al mercato di gennaio – a tenere in media una squadra che senza Zapata ha drasticamente abbassato la media di tiri nello specchio della porta. Con il colombiano, uscito nel finale della sfida persa a Milano contro l’Inter, i granata tiravano in media cinque volte a partita, mentre nelle successive tre il dato è sceso a tre tiri nello specchio ogni incontro. Il 40%, cioè tantissimo. Una possibilità per aggiungere un giocatore tra centrocampo e attacco, e tornare a buoni livelli realizzativi, potrà essere la difesa a 4. C’è poi la variabile Sanabria da tenere in considerazione: se non darà l’apporto che si attende Vanoli, potranno essere Vlasic e Njie ad agire alle spalle di Adams. Servono soluzioni e le prime andranno viste in campo già domani contro la Fiorentina. Dopo c’è il derby, e potrà essere troppo tardi.
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