Dietro la storia virtuosa di Alieu Njie c’è un regista: Ruggero Ludergnani. Lo ha portato lui nell’estate 2021, così come si è rivelato fondamentale quando il Toro è riuscito a prendere Gvidas Gineitis nell’ambito dell’operazione Seck con la Spal. L’attuale dirigente granata, che sta vivendo la sua quarta stagione all’ombra della Mole, ha rivoltato come un calzino il vivaio dal momento del suo avvento. Mettendo mano a tantissimi aspetti: lo scouting, le strutture, gli allenatori, ma soprattutto il consolidamento delle categorie più verdi del settore giovanile. La Primavera in questi anni ne ha beneficiato più di tutte, sfiorando il tricolore nel 2023 e poi arrivando fino alla finale di Coppa Italia nella scorsa annata, poi persa ai rigori contro la Fiorentina. Ma i trofei più importanti sono quelli che ha lasciato in eredità alla prima squadra, ovvero i talenti che finora sono riusciti ad esordire: Gvidas Gineitis, Ali Dembelé, Zanos Savva, Alessandro Dellavalle, Aaron Ciammaglichella e soprattutto Alieu Njie, a segno nella notte contro il Como. Il primo ad attribuire il merito a Ludergnani della scoperta dello svedese classe 2005 è stato Urbano Cairo, che dopo il fischio finale si è sbottonato così: «Credo in Njie dai tempi della Primavera: l’ha scovato Ludergnani, è un grandissimo giocatore, ma adesso deve stare con i piedi per terra dato che ha 19 anni. È un giocatore che ha delle qualità, non tutti hanno quella voglia lì».
Cairo e la stima per Ludergnani
Attenzione, però, alla situazione contrattuale di Ludergnani: l’accordo col Toro al momento scade a giugno e il capo del vivaio si prenderà del tempo per riflettere su un futuro non ancora così chiaro. Già, perché la voglia di tentare un’esperienza coi grandi dopo un decennio nei settori giovanili (prima alla Spal e adesso nella cantera granata) c’è e sta aumentando. Gli estimatori di Ludergnani, in giro per l’Italia, non mancano. Anche perché il lavoro svolto sotto la Mole è sotto gli occhi di tutti: la competitività delle categorie del vivaio, oltre agli ottimi risultati della Primavera, avvalora l’operato di un dirigente che a 38 anni si trova di fronte ad un bivio per la propria carriera. Ormai non più vincolata a Davide Vagnati (nonostante la stima reciproca, rimasta intatta nel corso del tempo), l’uomo che lo ha portato a Torino. Cairo sull’attuale ds si è lasciato scappare una frase sibillina a proposito del rinnovo di contratto: «Quando facciamo le cose ve le dico». Eppure il prolungamento, annunciato dallo stesso patron il 4 maggio, sembrava già a fine cottura. In caso di dietrofront, oggi comunque difficile da immaginare, Ludergnani potrebbe diventare persino un aspirante a quella poltrona. Cairo, d’altronde, lo stima tantissimo e farà il massimo per non farselo scappare.
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