Tra le note positive e più sorprendenti di questo Toro capolista c’è la rinascita di Valentino Lazaro. L’esterno austriaco, infatti, era reduce da un biennio in chiaroscuro in maglia granata e a inizio estate il suo futuro nella città della Mole appariva in discussione. Nel calcio però le cose posso cambiare in fretta. Tanto da passare dallo status di elemento in bilico a quello di titolare indiscusso nel giro di poche settimane. Una parabola coincisa con la svolta in panchina effettuata dal club. L’arrivo di Paolo Vanoli al posto di Ivan Juric alla guida del Torino, pertanto, ha cambiato le sorti dell’ex Benfica. Il tecnico granata, infatti, lo conosceva bene dai tempi dell’Inter targata Antonio Conte, in cui era un collaboratore di fiducia del condottiero salentino che aveva voluto Lazaro alle proprie dipendenze.
L’esperienza all’Inter e la corte dalla Bundes
L’avventura in nerazzurro è stata, però, avara di soddisfazioni per Valentino, anche se le sue doti di quinto, in grado di giostrare sia a destra sia a sinistra, erano rimaste impresse nella memoria di Vanoli, che arrivato al Toro se ne è ricordato. Motivo per cui ha deciso di confermarlo in rosa, nonostante a fine giugno fosse pervenuto qualche sondaggio dalla Bundesliga. In particolare avevano chiesto informazioni ai suoi rappresentanti l’Hoffenheim (prima di virare su Gendrey) e più timidamente lo Stoccarda. A testimonianza di come, soprattutto in Germania, il numero 19 granata riscuota ancora successo. Consensi decisamente in crescita anche nel mondo torinista. Merito dell’ottimo avvio di stagione.
Lazaro, infatti, nelle sette gare ufficiali disputate dalla squadra granata (cinque in Serie A più le due di Coppa Italia) è sempre partito titolare. Il segnale di come Vanoli lo consideri ormai fondamentale nel suo 3-5-2. Tanto da non rinunciarci neppure in Coppa, dove invece ha fatto ricorso a un po’ di turnover. E pensare che solamente pochi mesi fa Lazaro doveva sgomitare parecchio per trovar spazio nell’undici iniziale. A destra era rimasto chiuso dall’esplosione di Bellanova; mentre sulla corsia mancina Juric gli preferiva spesso e volentieri Vojvoda. Adesso invece è tutta un’altra storia. Sono gli altri esterni a ruotare a turno tra i titolari, con Valentino sempre presente dall’inizio.
La posizione in campo
L’unica cosa che cambia è la fascia dove decide di impiegarlo Vanoli, che sceglie di volta in volta in base alle caratteristiche degli avversari. Tanto Lazaro risponde sempre presente, sfornando ottime prove sia a destra (come nelle vittoriose trasferte di Venezia e Verona) sia a sinistra dove ha giocato contro Milan, Atalanta e Lecce. Proprio alla prima di campionato a San Siro arrivò un chiaro segnale di come quest’anno l’austriaco potesse fornire un rendimento diverso da quello delle stagioni passate. Al cospetto di una delle candidate allo scudetto il classe 1996 ha sfoderato un prestazione da urlo, facendo impazzire il capitano rossonero Calabria con le sue accelerazione e mandando in gol Duvan Zapata per il momentaneo 2-0. Settimana scorsa contro il Verona l’asse col colombiano si è ripetuto nuovamente: cross di Lazaro e incornata vincente del capitano.
Una connection che può aiutare il Toro ad arrivare sempre più in alto. D’altronde l’obiettivo della società e di Valentino è il medesimo: tornare nelle coppe europee. Missione possibile e da centrare insieme. Anche grazie all’effetto Vanoli che ha riacceso l’entusiasmo del popolo granata, valorizzando al meglio i calciatori a sua disposizione. Se poi si ha a che fare con ragazzi intelligenti e disponibili come Lazaro, il compito diventa più agevole. L’ex Salisburgo, infatti, preferirebbe calcare la fascia destra, giocando così in quello che è sempre stato il suo ruolo naturale, anche se ha sempre accettato di buon grado e col massimo impegno di agire pure sulla corsia opposta. Con Borna Sosa ormai a pieno regime potrebbe tornare a occupare la sua posizione preferita, diventando a tutti gli effetti l’erede di Bellanova.
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