Le parole di Rui Costa
Ha detto con sensibilità Manuel Rui Costa, ex stella del Benfica di cui ora è il presidente, indimenticabile campione del Milan e della Fiorentina: «Il Benfica e tutto il Portogallo onorano il Grande Torino, come è giusto che sia. Non può essere altrimenti. Il Grande Torino fa parte della storia del Benfica, la sua luce è nei nostri cuori. Nel segno di questa amicizia tra due club, due tifoserie, due musei, il calcio unisce. Noi del Benfica non ci sentiamo colpevoli per l’organizzazione di quella partita amichevole, ma proviamo tutti un grande rammarico, un rimpianto enorme anche 75 anni dopo. Doveva essere un momento soltanto di gioia, di allegria, con la visita a Lisbona di quella che era la squadra più forte e famosa del mondo. Invece, il giorno dopo… Ho visto la fotografia, scattata nel 1949, della piazza davanti all’Ambasciata d’Italia qui a Lisbona, stracolma di persone scioccate dalla notizia della tragedia: un enorme tributo popolare, emozionante. Da quel giorno il Grande Torino è diventato qualcosa anche di nostro, carne della nostra carne. Noi benfiquisti conosciamo tutti bene la storia del Grande Torino, esattamente come sappiamo di aver vinto 38 campionati… Ogni tifoso tramanda la storia ai figli, insieme con l’amore per la nostra squadra. Mio padre stesso fece così con me. Lui ha 74 anni, non era ancora nato quando accadde Superga. Crescendo, la sua famiglia gli spiegò i fatti, i significati di quell’amichevole, l’eredità spirituale che deve essere presente nell’animo di tutti i benfiquisti. Poi, tanti anni dopo, papà fece lo stesso con me, quando ero un ragazzino. E subito mi spiegò anche che quella squadra rappresentava il volto più bello della nuova Italia, libera, democratica, rinata dopo la tragedia della guerra e della dittatura fascista. Qui, nel salone dedicato ai campioni granata, abbiamo voluto riprodurre su una parete una frase bellissima che compare nel Museo del Grande Torino: la tragedia non è morire ma dimenticare, e noi non dimentichiamo».
Un nuovo inizio oltre la fine
Un nuovo inizio oltre la fine, l’eterno ritorno circolare dell’amicizia, altre semine della memoria. E un prodigio in più: d’intesa con le istituzioni della capitale lusitana, le scolaresche di Lisbona (le nostre scuole Elementari e Medie) saranno accompagnate nei prossimi mesi a visitare la mostra. Scelta enorme per il valore sociale, storico e sportivo: sull’albero dell’amizade, le radici di ieri sono i rami di domani.
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