TORINO – Due sconfitte in una settimana riportano il Torino sulla terra e ribadiscono le convinzioni dell’estate: ovvero, che rinunciare a due terzi della difesa – con la cessione di Buongiorno e la mancata conferma di Rodriguez – e indebolire le corsie esterne rinunciando a Bellanova siano state mosse che rischiano di costare parecchio. Poi ci sono altre questioni che richiedono tempo, come ha sottolineato Vanoli dopo la sconfitta per 3-2 contro la Lazio: per esempio, la mancanza di coraggio e di personalità del primo tempo, nel quale l’atteggiamento non è stato certo quello auspicato per cancellare subito le scorie dell’eliminazione dalla Coppa Italia. E ancora ci sono altri aspetti che piano piano diventano certezze, come il fatto che rinunciare a Adams (con o senza Sanabria: non è questo il punto) appaia addirittura autolesionistico, se consideriamo che lo scozzese ha segnato quattro reti e servito due assist in otto partite, soltanto quattro delle quali vissute da titolare. È vero che Adams nella sua carriera ha dimostrato di essere un attaccante bravo anche quando entra nel secondo tempo, a differenza del paraguaiano, ma obiettivamente le qualità che sta dimostrando meritano ancora più attenzione da parte dell’allenatore, così come la riflessione sul modulo tattico: il Toro del secondo tempo, schierato con il 3-4-3 invece del 3-5-2 iniziale e con l’impiego di Ricci e Ilic più ravvicinati, potrebbe regalare soddisfazioni importanti in prospettiva, specie con il rientro di Vlasic, che ieri è tornato a giocare dopo cinque mesi ed è stato subito decisivo servendo ad Adams l’assist del gol.
La sconfitta contro la Lazio
La Lazio ha vinto perché è una squadra superiore ai granata e perché Baroni ha effettuato le scelte giuste per consentire la migliore interpretazione possibile della partita, diretta con poco carattere dell’arbitro Sozza, che ha espulso Vanoli per doppia ammonizione. Detto questo, i tre gol letteralmente regalati dal Toro gridano vendetta: la palla sciaguratamente persa da Vojvoda nell’azione del vantaggio biancoceleste di Guendouzi, l’incertezza di Coco nel raddoppio di Dia e la dormita di Maripan sulla rete dell’appena entrato Noslin saranno oggetto, domani al Filadelfia, di accurata vivisezione davanti al video, per gli errori in sé e per le complicità attorno. Oltre tutto, Paleari – che all’ultimo ha sostituito l’acciaccato Milinkovic Savic e non è stato impeccabile sull’1-0 di Guendouzi con la palla che gli è passata tra le gambe – è stato bravissimo in tre occasioni (due su Castellanos e una ravvicinatissima su Romagnoli), di fatto consentendo al Toro di rimanere in corsa almeno per un pari, grazie al diagonale preciso e secco di Adams e alla spettacolare rovesciata di Coco. Dall’altra parte, Provedel si è superato su un tentativo di Ilic al termine di un’azione spettacolare.
Cairo, rilanciata la contestazione
Due sconfitte in una settimana richiedono correzioni da parte di Vanoli e rilanciano la contestazione nei confronti di Urbano Cairo, non più fuori dallo stadio (solo uno striscione davanti alla tribuna), ma intensa e ripetuta all’interno via via che andava prendendo forma la vittoria della Lazio, la prima fuori casa in campionato però la seconda consecutiva considerato anche il 3-0 rifilato alla Dynamo Kiev mercoledì in Europa League. Il Toro sabato è atteso da una nuova trasferta milanese, stavolta contro l’Inter dopo il buon pareggio ottenuto nella prima giornata di campionato con il Milan. I granata si presentano a San Siro con gli stessi punti dei campioni d’Italia, ma è ovviamente un dato che non deve illudere: servirà una prestazione intensa e senza sbavature, sulla falsariga di quella con l’Atalanta, per capirci. Tuttavia, al di là della prossima partita, i ragionamenti vanno proiettati sul resto della stagione e uno dei dati fondamentali riguarda proprio l’aspetto evidenziato da Vanoli. La mancanza di personalità era stata uno dei limiti più letali nella scorsa stagione, così come l’eccesso di prudenza quando scelte diverse avrebbero potuto portare qualche punto in più. Che il tecnico ne sia consapevole e non le neghi è molto positivo. Che sappia trovare i rimedi lo sarebbe ancor di più.
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