Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di lettura«Noi stiamo facendo la storia, e dobbiamo esserne tutti consapevoli. E questo non prevede né pause né soste, ma tanto meno può consentire errori e passi falsi». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nella sua relazione introduttiva all’esecutivo di Fdi, convocato a Montecitorio. Meloni, senza fare esplicitamente riferimento al caso Sangiuliano, ha rimarcato tra le altre cose che «dobbiamo anche essere consapevoli che non ci viene perdonato nulla e che nulla ci verrà perdonato. Quando i nostri avversari non hanno trovato nulla per attaccare, hanno dovuto inventarsi di sana pianta notizie false per farlo. E quando qualcuno ha compiuto un passo falso, hanno utilizzato ogni strumento a disposizione per colpirci. Siamo sempre stati i giudici più implacabili di noi stessi, e dobbiamo continuare ad esserlo, perché l’occasione storica che ci hanno dato i cittadini non merita di essere sprecata per un errore, una distrazione o una sbavatura». Ecco perché «non possiamo permetterci di prestare il fianco».Meloni: in Ue l’Italia non è isolata, a Fitto ruolo di peso La critica rivolta al Governo di aver «isolato l’Italia in Europa» costituisce per Meloni «una narrazione che conto di smentire non solo continuando a collaborare proficuamente con Ursula von der Leyen sui dossier più importanti per l’Italia, ma anche riuscendo ad ottenere per il nostro Commissario designato, Raffaele Fitto, un ruolo e un portafoglio all’altezza del peso della nostra Nazione. Sarebbe la conferma che abbiamo ragione noi quando diciamo che l’Europa debba riconoscere all’Italia ciò che gli spetta per il ruolo che ha, non per come vota. E che vieni rispettato se sei credibile, non se sei accondiscendente» ha puntualizzato. E’ del 3 settembre l’indiscrezione del quotidiano tedesco Die Welt secondo il quale Fitto sarà vice presidente esecutivo con delega all’Economia e al Pnrr nella nuova Commissione europea guidata ancora da Ursula von der Leyen.Loading…«No a von der Leyen più che per lei per sua maggioranza»La leader di Fdi ha ricordato come nel passaggio parlamentare, la delegazione di Fratelli d’Italia «ha riaffermato la sua coerenza votando contro la riconferma di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea» dopo le perplessità espresse «rispetto alla scelta di conservare lo status quo come se i cittadini europei non avessero votato». Ma la premier ha anche sottolineato che il no «più che alla von der Leyen» è stato «alla maggioranza arcobaleno che la stava sostenendo». «Votare a favore di un programma politico sbilanciato a sinistra con l’apertura ai Verdi avrebbe significato tradire il mandato ricevuto dagli italiani» ha chiosato Meloni.Meloni: in Ue FdI cerniera fra Popolari e gruppi a destraE ha tracciato questo scenario politico: «L’adesione alla famiglia dei Conservatori, ormai sei anni fa, è una scelta che si è rilevata lungimirante. Lo spostamento verso destra dell’asse politico europeo, seppur non sufficiente per consentire di avere una maggioranza di sole forze di “centro-destra” nel Parlamento europeo, ha messo i Conservatori e in particolare FdI nelle condizioni di poter svolgere il ruolo di cerniera tra i Popolari e i gruppi alla nostra destra, per riportare verso maggiore pragmatismo le politiche europee su tanti temi centrali per il nostro futuro».«L’Italia cresce più della altre nazioni europee»La presidente del Consiglio ha rivendicato poi i risultati ottenuti dal suo governo. «La stabilità e la serietà delle scelte del Governo, sostenuto da una maggioranza solida e compatta, stanno contribuendo anche al buon andamento dell’economia» ha detto. E ha spiegato: «L’Italia sta crescendo più di altre Nazioni europee, nonostante il rallentamento dell’economia mondiale e la situazione internazionale. I dati macroeconomici – PIL, occupazione, export, investimenti, ecc. – sono estremamente positivi e sono un segnale di grande fiducia. Pensate al Sud: mentre la sinistra dice che siamo nemici del Mezzogiorno e che vogliamo ”spaccare” l’Italia con l’autonomia differenziata, con gli investimenti al Sud sono aumentati del 50% e nel 2023 il Pil del Mezzogiorno è cresciuto più della media nazionale, cosa che non accadeva dal 2015, di quasi mezzo punto percentuale».