Ascolta la versione audio dell’articolo5′ di letturaGoverno da una parte, sindacato (Cgil e Uil) dall’altra. «Anche nel 2025 e nel 2026, come nei due anni precedenti, le pensioni minime saranno rivalutate oltre il livello di inflazione indicato dall’Istat», ha detto la premier Giorgia Meloni nel suo intervento introduttivo in occasione dell’incontro a Palazzo Chigi con le sigle sindacali. «Le norme riguardanti le uscite anticipate dal lavoro – ha quindi aggiunto – restano pressoché immutate». In materia di imposte «viene reso strutturale il passaggio da quattro a tre aliquote Irpef, con l’accorpamento dei primi due scaglioni di reddito. È chiaramente intenzione del governo intervenire anche sullo scaglione di reddito successivo, ma questo dipenderà ovviamente dalle risorse che avremo a disposizione e che arriveranno anche alla chiusura del concordato preventivo» ha spiegato ancora la premier. Cgil e Uil hanno confermato però lo sciopero generale contro la manovra il 29 novembre. «Non si è potuto fare un passo avanti all’incontro col governo», secondo il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. «Il governo ha riconfermato che quello che ha presentato in Parlamento è la manovra, che i margini sono quelli, che gli spazi possibili di modifica sono limitati» e «noi confermiamo il nostro giudizio di una pessima legge di Bilancio e che non affronta e non dà un futuro al nostro Paese», ha aggiunto spiegando che l’aumento salariale per il pubblico impiego «non può essere il 6% proposto nell’accordo separato, quando l’inflazione è il 17%». «Le uniche entrate che vengono confermate, l’unica spesa che viene aumentata è quella per armi e quella per la difesa. Addirittura dicendo che si batteranno in Europa per chiedere lo scomputo di questa spesa dal patto di stabilità. E perché allora non lo chiediamo per la sanità? E allora perché non lo chiediamo anche per la scuola? Perché non lo chiediamo per gli investimenti, per le politiche industriali, visto che il nostro sistema industriale rischia di andare a rotoli?».Pressione fiscale e sostegno alla famigliaAll’incontro la presidente del Consiglio ha puntualizzato la linea di indirizzo dell’esecutivo. «Anche stavolta abbiamo deciso di concentrare le risorse su alcune priorità: il sostegno ai redditi medio-bassi, il sostegno al lavoro, gli incentivi alle famiglie con figli, la riduzione della pressione fiscale, l’aumento delle risorse nella sanità e il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici. Abbiamo deciso di confermare e potenziare le principali misure introdotte negli anni precedenti, in particolare relative al mondo del lavoro e al sostegno alla famiglia, rendendone alcune strutturali, come peraltro veniva richiesto soprattutto dalle organizzazioni sindacali».Loading…Taglio del cuneo strutturaleÈ stato sottolineato, in particolare, l’azione sul cuneo fiscale. «Ricordo che, quando siamo arrivati al governo due anni fa – ha detto la permier – molti sostenevano che non saremmo stati in grado di confermare il taglio del cuneo contributivo in scadenza al 31 dicembre 2022. Invece, non solo lo abbiamo confermato, ma a metà 2023 lo abbiamo fortemente potenziato, confermandolo poi con la legge di bilancio 2024. Ora, con la nuova manovra, lo rendiamo strutturale e ne ampliamo i benefici ai circa 1,3 milioni di lavoratori con redditi tra 35 a 40mila euro annui, seppure con un decalage, anche qui rispondendo a una tematica che era stata correttamente posta dai sindacati sulla evidente discriminazione dei lavoratori che guadagnavano pochi euro in più di altri ma, a differenza di quegli altri, non beneficiavano del taglio del cuneo. Come sapete, inoltre, non si interviene più sull’aspetto contributivo, ma su quello fiscale, e questo ci consente anche di ottenere un altro vantaggio, ovvero evitare il rischio che parte del taglio potesse causare un incremento della pressione fiscale».Incontro tra la premier Meloni e le organizzazioni sindacali sulla manovra a Palazzo ChigiL’effetto in busta paga«Differenziamo anche la modalità di fruizione a seconda del reddito. Ai lavoratori dipendenti con reddito complessivo non superiore a 20.000 euro, è stato riconosciuto un bonus; ai soggetti che, invece, hanno un reddito complessivo dai 20.000 a 40.000 euro è stata riconosciuta un’ulteriore detrazione dall’imposta lorda. L’effetto per il lavoratore in busta paga rimane lo stesso. Confermiamo l’esonero contributivo per le mamme lavoratrici dipendenti con almeno due figli. Ed estendiamo questa misura anche alle lavoratrici autonome (escluso coloro che hanno optato per il regime forfettario), che percepiscono reddito d’impresa o di lavoro autonomo», ha aggiunto la premier.Bonus edilizi, si distingue fra prima e seconda casaCapitolo Superbonus e bonus edilizi. «I bonus edilizi vengono gestiti con buon senso», ha detto ancora la premier Giorgia Meloni durante l’incontro fra governo e sindacati sulla manovra. «Si distingue tra prima casa e seconda casa: il bonus ristrutturazioni viene confermato al 50% sulla prima casa mentre scende al 36% dalla seconda casa in poi. Per quanto riguarda il Superbonus, si prevede, anche per le spese effettuate nel 2023, la possibilità di spalmare su dieci anni i crediti legati al 110%, così da tutelare i contribuenti che avrebbero rischiato di perdere la quota di detrazioni non utilizzata nell’anno».