Ascolta la versione audio dell’articolo5′ di letturaIl caso dossieraggio nasce dall’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Milano che venerdì 25 ottobre ha portato alla luce un network di presunti spioni guidato dall’ex super poliziotto Carmine Gallo (ai domiciliari), braccio operativo di Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera (estranea all’indagine) e titolare di Equalize, azienda di investigazione che era il perno di una attività di dossieraggio illegale. Pazzali si è auto-sospeso dal ruolo di presidente de.lla Fondazione Fiera Milano, comunicando la sua decisione in serata al comitato esecutivo dell’ente. Del sistema facevano parte anche altre due società, Mercury Advisor srls e Develope and Go srls. Indagate 52 persone con 16 richieste di arresto, solo quattro delle quali sono state concesse dal Gip. Emesse anche due interdittive nei confronti di un poliziotto e un finanziere. Tra le accuse – a vario titolo – c’è l’associazione per delinquere finalizzata all’accesso abusivo a sistema informatico, corruzione, intercettazione abusive e rivelazione del segreto d’ufficio.Il networkPazzali era già stato amministratore di Fiera Milano spa nel 2009-2015 e poi alla guida di Eur spa: è tra coloro per i quali il non Gip non ha concesso la custodia cautelare.Loading…È invece agli arresti domiciliari Gallo. La procura di Milano aveva chiesto per lui la custodia cautelare in carcere. Ex funzionario di polizia, 65 anni, nella carriera di Gallo c’è il ruolo determinante nel risolvere il delitto dello stilista Maurizio Gucci. Colonna portante delle prime maxi operazioni milanesi contro la’ndrangheta, fu protagonista delle indagini sui sequestri di persona e tra gli artefici della liberazione dell’ostaggio Alessandra Sgarella. Ha lasciato definitivamente la Polizia nel 2018. È ad di Equalize.L’altro protagonista dello spionaggio illegale è Nunzio Samuele Calamucci (ai domiciliari): 45 anni, ufficialmente «ingegnere e consulente aziendale» ma soprattutto hacker che ha fatto parte del collettivo Anonymous. Calamucci era riuscito a infiltrare una società che aveva creato il nuovo database del Viminale e ne gestiva la manutenzione.Il sistema di dossieraggioLa banda che, secondo i magistrati, aveva rapporti dalla criminalità organizzata ai servizi segreti anche esteri, attraverso l’agenzia offriva e vendeva rapporti su persone grazie ad accessi abusivi a banche dati dello Stato: lo Sdi, il sistema presso il ministero dell’Interno dove afferiscono tutte le notizie relative all’attività delle forze di polizia (gli accessi del gruppo sarebbero stati 350mila), la banca dati dell’Inps, Serpico (Sistema informatico dell’Agenzia delle Entrate), Anpr (Anagrafe nazionale della popolazione residente), Siva (Sistema informativo valutario). Migliaia di dati che finivano in report spesso “mimetizzati” in modo da apparire leciti.