La Sanità in Italia necessita di molti nuovi medici e infermieri nei prossimi 10 anni per evitare il collasso. A fornire questo quadro è uno studio di Banca d’Italia che rimarca la necessità per gli ospedali di assumere, nella prossima decade, il 30% in più dei medici e il 14% degli infermieri (in termini di incidenza sull’organico alla fine del 2022) a causa del turnover del personale sanitario per pensionamenti e del potenziamento dell’assistenza territoriale previsto dal Pnrr. I numeri nazionali si aggravano, inoltre, soprattutto nelle Regioni del Sud.
Sanità, servono più medici in Italia
Il risultato dello studio condotto da Banca d’Italia assume proporzioni più ampie se dalle percentuali si passa ai numeri assoluti. In Italia, nel prossimo decennio, agli attuali organici della Sanità serviranno nello specifico:
55mila medici in più;
44mila infermieri in più;
20mila professionisti in più (operatori socio sanitari e addetti alla riabilitazione).
E ancora, ci sarà la necessità di sostituire i 27mila medici che andranno in pensione da qui al 2032, così come altri 24mila infermieri e altrettanti addetti ai ruoli tecnici.
Lo scenario più critico al Sud
Lo scenario descritto da Banca d’Italia si accentua soprattutto al Sud dove, alla fine del 2022, il Servizio Sanitario nazionale contava 109 addetti ogni 10mila abitanti, contro la media nazionale dei 123. Al Centro il dato era di 122 addetti, mentre al Nord di 134.
Nel Meridione, malgrado l’incremento dell’occupazione, i dati sono rimasti più bassi rispetto alla media nazionale in quanto la crescita è avvenuta “prevalentemente attraverso contratti temporanei” al cui scadere si è ampliato il differenziale territoriale.
E ancora, dice Bankitalia nel suo Focus del Rapporto sulle economie regionali, malgrado a seguito della pandemia si sia cercato di ridurre il deficit tra le Regioni, non si è riusciti a “colmare i divari territoriali, superare i problemi legati all’anzianità dell’organico, né di soddisfare in prospettiva il maggior fabbisogno connesso alla realizzazione delle strutture territoriali finanziate dal Pnrr”.
Medici sempre più vecchi in Italia
In Italia, oltre alla carenza di personale medico ospedaliero, c’è anche da registrare un forte invecchiamento dei professionisti. Alla fine del 2022, più nello specifico, i medici con più di 60 anni erano il 26% del totale, con la quota che sale al 34% al Sud. Nel caso dei soli medici generali e dei pediatri, le percentuali di over 60enni salgono al 40% in Italia e al 45% nel Mezzogiorno.
Questi numeri creano problemi soprattutto in ottica futura visto che, da qui al 2032, ben 80mila addetti tra medici ospedalieri, infermieri e medici convenzionati andranno in pensione.
Nella bozza della Manovra 2025 il Ssn ottiene 1,3 miliardi che saliranno a 5 a partire dal 2026, quando verosimilmente si potrà procedere con nuove assunzioni. Nel frattempo, il governo ha optano per una serie di misure “tampone”, ovvero:
permettere ai medici che possono andare in pensione di restare a lavoro;
aumentare le indennità per i sanitari del pronto soccorso e per gli specializzandi nelle branche sanitarie di maggior bisogno;
la detassazione di una parte del salario.
Cosa prevede il Pnrr sulla Sanità
La necessità di nuovi medici e infermieri in Italia nel corso dei prossimi 10 anni risente anche dei progetti del Pnrr. Sono stati previsti 6 miliardi di investimenti nella medicina di prossimità, il che da solo richiede 19.600 infermieri e 6.300 operatori socio sanitari in più rispetto alla dotazione attuale.