Nessun rialzo delle accise sul gasolio. Il ministero dell’Economia smentisce l’ipotesi di un aumento delle imposte sul diesel circolata con la pubblicazione del Piano strutturale di bilancio. Nel documento di programmazione economica di medio termine il Governo ha indicato l’obiettivo di risparmiare 2 miliardi di euro dal taglio “sussidi ambientalmente dannosi” parlando di allineamento con il tributo applicato al prezzo della benzina. Un’eventualità che ha scatenato la reazione dell’opposizione e delle associazioni di consumatori.
La smentita
“Del tutto fuorviante la notizia secondo la quale il governo intende aumentare le accise sui carburanti”, ha precisato in una nota il ministero dell’Economia in risposta alle ricostruzioni, ricordando che “sulla base degli impegni Pnrr, delle Raccomandazioni specifiche della Commissione europea e del Piano per la transizione ecologica approvato nel 2022, il governo è tenuto ad adottare misure volte a ridurre i sussidi ambientali dannosi (Sad)”.
“In questo contesto rientrano anche le minori accise che gravano sul gasolio rispetto a quelle sulla benzina è allo studio un meccanismo di allineamento tra i livelli delle rispettive accise” ha spiegato il Mef, chiarendo che “in ogni caso, in coerenza con l’impostazione di questo Governo, l’intervento non si tradurrà nella scelta semplicistica dell’innalzamento delle accise sul gasolio al livello di quelle della benzina, bensì in una rimodulazione delle due”.
“Il Piano strutturale di bilancio di medio termine – conclude la nota – ha previsto che questo allineamento sarà definito nell’ambito delle misure attuative della delega fiscale”.
Le ipotesi
A scatenare il dibattito è stato un passaggio del Piano strutturale di bilancio in vista della Manovra 2025, dal quale non sarebbe errato desumere la possibilità di maggiori tasse sul diesel.
“Utilizzare il riordino delle spese fiscali (tax expenditures) – scrive il Governo nel Psb – in determinati ambiti di tassazione, come l’allineamento delle aliquote delle accise per diesel e benzina e/o politiche di riordino delle agevolazioni presenti in materia energetica, come leva strategica per conseguire simultaneamente gli obiettivi di incremento dell’efficienza del sistema fiscale italiano e sostegno al pieno raggiungimento della strategia di transazione energetica e ambientale a livello europeo e nazionale”.
Se dunque il ministero dell’Economia ha smentito l’aumento delle accise sul diesel, per realizzare l’”allineamento” sul tavolo rimarrebbe l’ipotesi di un ritocco all’insù di 5,5 centesimi delle accise del diesel con equivalente diminuzione dell’imposta sulla benzina o di applicare una neutralità del gettito, con un rialzo di circa 4 centesimi per il gasolio e circa 7 in meno per la verde.
Le reazioni dei consumatori
Sulla possibilità di aumentare le imposte sul gasolio si erano scagliate le associazioni dei consumatori con in testa Assoutenti, che ha stimato a seguito della misura una “stangata da 3,1 miliardi di euro sugli automobilisti”.
Ipotesi bocciata anche da Federconsumatori, che ha calcolato un esborso di 233 euro in più per ogni famiglia con un’auto diesel: ”L’ipotesi di aumentare le accise sul gasolio, emerse tra le righe del piano strutturale di bilancio, predisposto in vista della prossima Manovra, appare assurda, addirittura paradossale – si legge in una nota – Specialmente se si considera che il governo che la propone è lo stesso che, finché era all’opposizione e in campagna elettorale ha reso l’abolizione delle accise sui carburanti uno dei suoi cavalli di battaglia”.
“L’allineamento delle accise diesel/benzina (portando cioè l’attuale accisa sul gasolio da 0,617 a 0,728 euro) avrebbe sugli automobilisti e su tutti i cittadini un effetto disastroso” spiega l’associazione riportando le stime dell’osservatorio nazionale Federconsumatori, secondo cui “in termini diretti, ogni automobilista subirebbe un aumento per il rifornimento di gasolio, di circa 112 euro annui. Ma le ripercussioni più gravi si avrebbero per gli effetti indiretti di tale operazione, dal momento che in Italia circa l’84% delle merci è trasportato su gomma: l’aumento del costo del diesel produrrebbe un ulteriore aggravio dei beni di largo consumo pari a 121 euro annui a famiglia (per tutte le famiglie, anche quelle che non posseggono un’auto)”.